L’avventura di Camporbiano (parte terza)

1988 – Non erano passati che pochi mesi dal nostro arrivo a Camporbiano che subito ci organizzammo per accogliere i primi animali. Un amico aveva tre capre e un caprone, che non era più intenzionato a tenere e così, dopo aver costruito un piccolo riparo ai margini del bosco, iniziammo ad avere i nostri primi compagni di viaggio. Ancora oggi abbiamo delle discendenti di quelle tre capre! Ma i campi avevano bisogno di essere letamati dopo tanti anni di semiabbandono e una importante figura mancava ancora per completare un quadro armonico di una fattoria che nasceva con l’intento di creare un “organismo” il più possibile equilibrato e a ciclo chiuso, cioè che necessitasse il meno possibile di apporti esterni, questa figura era la mucca. A Brunico, in Alto Adige, ogni autunno si tiene una grande fiera dove i contadini portano gli animali scesi dagli alpeggi dell’estate appena terminata. Questi erano gli animali di cui avevamo bisogno: sani, robusti, abituati al pascolo e che si fossero nutriti in modo naturale e semplice. Acquistammo 7 vitelle di circa 18 mesi. Diventeranno le capostipiti della nostra stalla. Oltre a loro portammo in Toscana anche un torello, perché , sempre nell’ottica dell’autosufficienza e del rispetto delle leggi naturali, avevamo deciso di non effettuare l’inseminazione artificiale alla quale si rivolgono normalmente gli allevamenti. Ancora adesso, dopo 25 anni, a Camporbiano non è mai stata praticata. Insieme a questi giovani bovini arrivarono anche due cavalli da tiro pesante Gilda e Stella, è con loro che iniziammo ad imparare ad utilizzare gli attrezzi di una volta … ma della trazione animale parleremo la prossima settimana.

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