L’avventura di Camporbiano (parte quarta)

Vi abbiamo raccontato la settimana scorsa come già il primo anno che eravamo arrivati a Camporbiano (1988) avevamo acquistato i primi animali: capre, vitelle e cavalli da tiro. Questi ultimi erano in realtà due femmine adulte di razza Norica: Gilda e Stella. Avevamo trovato anche qualche vecchio finimento e alcuni attrezzi tra cui un piccolo aratro e una sarchiatrice. Ci ricordiamo ancora l’emozione della prima volta che provammo ad arare un pezzo di orto con Gilda! Penso si possa paragonare a un amante del mare che invece del motoscafo usa per la prima volta la barca a vela. In mezzo alla campagna, senza gas di scarico, senza consumare gasolio, senza rumore se non il fruscio della terra che scorreva sul versoio e si ribaltava ordinatamente. Non è vero che il cavallo lavora controvoglia e solo se obbligato con la forza! Anzi, se rispettato e non sfruttato, è un esempio di dedizione e volontà e crea con l’uomo un’unità che non ha niente da invidiare con quella di chi va a sella, basta anche solo la voce è lui capisce se fermarsi, ripartire o girare. Per diversi anni abbiamo approfondito e imparato a lavorare con i cavalli, abbiamo anche recuperato attrezzature per ogni lavorazione necessaria in campagna. Nel 1992 con un gruppo di amici di altre aziende sparse per l’Italia siamo andati negli Stati Uniti, in Pennsylvania, a vedere come lavorano gli Amish, loro ancora oggi utilizzano praticamente solo la trazione animale ma con tecniche moderne, è una realtà unica al mondo. Tutti insieme siamo riusciti a portare in Italia molti loro attrezzi usati e non: aratri, spandiletame, sarchiatrici,… oltre a ottimi finimenti.
L’aver riscoperto e imparato a lavorare con i cavalli la riteniamo una esperienza molto formativa e non è detto che da un momento all’altro non diventerà indispensabile. Già ma il perché per il momento questa esperienza rimane nel cassetto ve lo spiegheremo la prossima settimana.

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