L’idea
Il progetto “Filiera corta trentina del pane – farina della Valle dei Laghi” nasce dall’idea di ricreare in Provincia di Trento una filiera del pane in una provincia, quella di Trento, in cui negli ultimi cinquant’anni la coltura cerealicola è praticamente scomparsa a vantaggio della monocoltura del melo e della vite.
La nascita del progetto
Il progetto nasce dall’incontro di soggetti diversi: la Comunità della Valle dei Laghi, i tecnici della Fondazione Mach e alcuni gas locali. Tutto parte nel corso del 2011 quando la Comunità della Valle dei Laghi interpella alcuni tecnici della Fondazione Mach, che si occupano di biologico, per confrontarsi su possibili iniziative da intraprendere in campo agricolo che riescano superare la monocoltura vitivinicola del territorio. Dal confronto nasce l’idea di riattivare nella Valle dei Laghi la coltivazione dei cereali, mettendo a coltura terreni attualmente incolti con il metodo biologico.
Nel corso del 2011 vengono quindi messi a coltura i primi “campetti” di alcuni agricoltori locali che, contattati dai tecnici, decidono di partecipare al progetto. L’accordo prevede che gli agricoltori coltivino i cereali aderendo al protocollo previsto dall’agricoltura biologica, in questo seguiti dai tecnici della Fondazione Mach, senza comunque attivare per il momento alcun tipo di certificazione.
L’incontro con i gas
Nel frattempo i tecnici, memori di altre esperienze passate, si interrogano sui possibili sbocchi commerciali del prodotto, ben consapevoli che questi, da un punto di vista del costo, non potrà essere competitivo con analoghi prodotti convenzionali. L’obiettivo è quindi individuare dei consumatori che condividano le finalità del progetto (promozione del biologico, sovranità alimentare, biodiversità agricola, filiera corta, …) e che per questo siano disposti a riconoscere un “surplus” nel prezzo di acquisto. E’ a questo punto, settembre 2012, che vengono contattati alcuni gas trentini e un panificatore locale, a cui si propone di vendere l’intera farina prodotta, ragionando e fissando assieme un prezzo che assicuri la giusta remunerazione del prodotto all’agricoltore. E’ a questo punto, settembre 2012, che viene contattata l’associazione Trentino Arcobaleno che, nel giro di poco tempo, coinvolge nel progetto alcuni gas trentini. A questi gas, e a un panificatore locale (Tecchiolli), si propone di acquistare l’intera farina prodotta, ragionando e fissando assieme un prezzo che assicuri la giusta remunerazione del prodotto all’agricoltore. Il progetto “cattura” l’interesse dei gasisti che accettano di cimentarsi nell’impresa!
Il primo tentativo: stagione 2012/2013
Nel frattempo altri contadini vengono coinvolti nel progetto, anche al di fuori dei confini della Comunità della Valle dei Laghi: per la semina dell’autunno 2012 il loro numero è salito a 12 per complessivi 3,3 ettari coltivati, principalmente a frumento ma anche a farro e segala. Dei 12 contadini coinvolti, solo uno è certificato biologico, gli altri hanno aziende convenzionali.
Mentre le piantine crescono in campo, nonostante la primavera del 2013, gas, tecnici e contadini organizzano diversi incontri per visitare alcuni campi e per organizzare le altre fasi del progetto. Emergono una serie di riflessioni, su cui il gruppo si interroga:
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poca esperienza in Trentino nella coltivazione del frumento: non si ha un’idea precisa della produzione che si otterrà sia da un punto quantitativo che qualitativo;
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la definizione dei vari processi, soprattutto quello del raccolto, della conservazione e della molitura: innanzitutto dove macinare, in Trentino non ci sono mulini atti allo scopo;
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i costi di produzione e quindi il prezzo che i contadini praticheranno ai gas: nel prezzo finale un peso significativo assume la quantità, difficile da stimare, e la lontananza dei mulini.
Nonostante tutto nel luglio 2013 i cerali sono raccolti e poi conservati e portati a macinare in Alto Adige, a eccezione del farro che prima della molitura richiede le decorticazione che è stata eseguita in diverse località (Appennino Bolognese, Toscana, Prato allo Stelvio).L’analisi dei chicchi fatta effettuare dai tecnici riporta notizie confortanti in merito a salubrità e qualità degli stessi. A settembre parte dunque la raccolta ordini tra i gas che si attesta a quasi 30 quintali, vedendo la partecipazione di ben 20 gas. Rispetto alle stime iniziali la quantità prodotta è ampiamente inferiore, tale da non poter neppure soddisfare le prenotazioni di gas e panificatore: ai primi vengono riservati 13 quintali di farina e 5 quintali di granaglie, al secondo 6 quintali di farina.
La minor resa produttiva per ettaro, la sottostima dei costi di trasformazione e costi non preventivati fanno aumentare il costo finale del prodotto rispetto alle stime iniziale, costo che per la farina semintegrale di frumento risulta essere 1,90 euro al kg. Alla produzione dell’unico contadino certificato biologico viene riconosciuta una maggiorazione di prezzo di 0,20 euro al kg.
La valutazione dell’annata, nonostante i vari inconvenienti e l’ancora risibile quantità prodotta, è risultata positiva per tutti i soggetti coinvolti:
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i contadini non certificati biologici per la prima volta si sono approcciati positivamente con il mondo del consumo responsabile, sia per quanto riguarda la conduzione dei campi che per la commercializzazione del prodotti (l’incontro con i gasisti);
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i tecnici hanno avuto la possibilità di riattivare una coltura “scomparsa” dalla valle e di promuovervi un’agricoltura sostenibile;
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i gasisti hanno avuto la possibilità di diventare un soggetto attivo nello sviluppo dell’economia solidale locale, sostenendo un’agricoltura sostenibile e acquistando, con un prezzo trasparente, un buon prodotto di filiera locale.
La conferma del progetto: la stagione 2013/2014
In attesa della crescita dei nuovi cereali, seminati nell’autunno 2013, i gas continuano a incontrarsi e interrogarsi su come risolvere alcuni problemi logistici, principalmente legati alla distribuzione del prodotto, e su come “formalizzare” la collaborazione con i contadini attraverso una qualche forma di certificazione. A seguito della crescente articolazione del progetto, e della sua “rilevanza” sia a livello produttivo che di relazione tra soggetti diversi, l’associazione Trentino Arcobaleno si offre di svolgere, nell’ambito del suo ruolo di Segreteria del Tavolo dell’Economia Solidale Trentina, l’attività di segreteria del progetto.