VERBALE “PROGETTO FARINA VALLE DEI LAGHI” 20/03/14

Buongiorno a tutti,

eccovi di seguito il verbale dell’incontro sul progetto farina che si è tenuto il 20 marzo scorso.
Sotto trovate anche un breve resoconto dell’incontro che i tecnici della Fondazione Mach che seguono il progetto (Marino Gobber e Enzo Mescalchin) hanno organizzato con i produttori.

Le richieste uscite durante l’incontro del 20 marzo sono già state inoltrate a Gobber e Mescalchin, che hanno dato la loro disponibilità a proseguire in quella direzione.

In particolare è stato chiesto loro:

  • una descrizione del protocollo del bio specifico sul grano che viene applicato dai produttori del progetto
  • un documento con  qualche ipotesi di colture adatte alla rotazione, con ipotesi di rese per ettaro
  • un documento che per ciascun produttore coinvolto riporti:
    • semente usata, e se primaverile o autunnale
    • cosa c’era su quel campo l’anno scorso
    • se dovrà “riposare” l’anno prossimo
    • come hanno seminato (a mano o a macchina)
    • se e come hanno fertilizzato
    • cosa c’è intorno ai campi dedicati al progetto
  • di fissare alcune date in cui sarà possibile visitare le aziende

Appena riceveremo da loro le informazioni richieste, le gireremo a tutti, quali materiali preparatori per un prossimo incontro fra noi, che potrebbe essere indicativamente verso fine maggio.

ciao Mario Simoni e Dario Pedrotti

Verbale incontro gasisti 20 marzo 2014

Il giorno 20 marzo 2014 è stato convocato un incontro rivolto ai GAS coinvolti nel progetto “Farina in Val dei Laghi”, al quale hanno partecipato i rappresentanti di 14 Gruppi di Acquisto Solidale.

Dopo un primo giro di pareri, nel quale è stato espressa una unanime soddisfazione per la filosofia del progetto, la sua innovatività, la sua importanza per il nostro territorio, e la qualità di quanto prodotto, si è discusso di quali elementi vengono sentiti come molto importanti da parte dei “gasisti” per continuare a sostenere in modo convinto il progetto.

Questi gli elementi più importanti:

  • pianificazione nella discussione circa una eventuale modalità di “certificazione” del processo produttivo, si è condivisa la convinzione che in questo momento, viste le dimensioni degli appezzamenti e l’entità economica complessiva del progetto, sia prematuro parlare di certificazione biologica classica (che comporterebbe spese ed oneri aggiuntivi per i produttori), mentre non sembrano esserci al momento le forze per praticare la via di un sistema partecipativo di certificazione (che richiederebbe un grande lavoro da parte dei GAS). È tuttavia molto sentita fra i gasisti l’esigenza di poter conoscere e condividere un protocollo operativo, che fissi ed espliciti le pratiche agronomiche adottate, anche su scala pluriennale (vengano cioè già previste fin d’ora anche le colture per la rotazione, in una progettazione complessiva che riguardi tutte le aziende coinvolte).
  • informazione è fondamentale che tutte le informazioni più importanti vengano messe a disposizione dei gasisti, dando loro anche la possibilità di “esserci” se ne hanno il tempo e la possibilità. Ad esempio, si chiede che vengano comunicate le date di momenti importanti come la semina, la mietitura, ecc., in modo che un gasista che lo desidera possa assistervi. L’informazione deve essere più precisa e “formale”, in modo da evitare di generare fraintendimenti. Il dialogo con i produttori è uno degli aspetti centrali del progetto, ed è necessario che siano organizzati degli incontri a cui partecipino anche loro.
  • coinvolgimento i GAS chiedono di essere considerati come degli interlocutori, non come dei semplici consumatori, e dunque di essere coinvolti almeno nelle decisioni più importanti che riguardano il progetto

Quanto prima verranno contattati i tecnici dell’istituto Mach per informarli delle nostre esigenze e per organizzare un incontro con i produttori, con cui poi confrontarsi.

L’Associazione Trentino Arcobaleno, all’interno dei compiti di accompagnamento di micro-progetti di promozione dell’economia solidale trentina, propri del suo impegno nella Segreteria del Tavolo dell’Economia Solidale, si propone di accompagnare il progetto, fornendo le funzioni minime organizzative, e cercando anche di affrontare e risolvere problemi pratici specifici che l’anno scorso hanno appesantito il progetto e il lavoro dei produttori (difficoltà e complessità della fatturazione, complessità nell’organizzazione delle consegne, ecc.). A seguire il progetto saranno Mario Simoni e Dario Pedrotti.

Incontro con tecnici e produttori del 25 marzo 2014
I produttori coinvolti nel progetto sono

Produttore dove quanto cosa
Vito Eccher Vigo Cavedine 15.000 mq Quest’anno nulla
Riccardo Gregori Fraveggio 5000 mq Frumento Pastore e ?
Amedeo Comai Vigo Cavedine 4000 mq Frumento Bologna
Silvano Ranzi Brusino Si sta organizzando
Gino Dallapè Stravino 3000 mq Frumento Bologna
Elia Chisté Vigo Cavedine 4000 mq Frumento Pastore
M. Cristina Roncher Cavedine e Vigo 700 + 700 mq Frumento Bologna + farro
Remo Cattoni Vigo Cavedine 3500 mq
Silvano Bridarolli Vigo Cavedine 3000 mq
Luca Bolognani Vigo Cavedine 2000 mq segale
Marina Rasini Campo Lomaso 40.000 mq 2 farro, 1 grano, 1 ?
Sergio Malacarne Bleggio 1500 mq Da seminare in primavera
Rudi Sommadossi Ranzo 1500? mq

Il totale di quest’anno è di circa 7 ettari, di cui più della metà sul terreno di Marina Rasini, e comprendendo anche 2 ettari di farro.

Su una piccola parte di alcuni campi verrà fatta una sperimentazione dei risultati che si possono ottenere con la fertilizzazione del terreno. Verrà utilizzato uno stallatico ammesso nella certificazione biologica (http://www.italpollina.it/it/Prodotto/3/BIOREX).

Uno dei problemi da risolvere è quello della mietitrebbia. Lo scorso anno si era lavorato con una vecchia mietitrice recuperata, ma non è più in grado di funzionare e non era comoda. Posto che l’obiettivo finale sarebbe quello di avere una mietitrebbia piccola a disposizione del progetto, per quest’anno ci sono alcune alternative potenzialmente percorribili, ma da verificare:

1.    Marina Rasini ha acquistato una mietitrebbia usata. Non è ancora del tutto messa a punto, ma lo sarà. È larga circa 2 m e 40, potrebbe essere guidata anche su strada, oppure caricata su un rimorchio e tirata con il trattore (in questo modo è più veloce spostarla). Lei sarebbe disponibile ad usarla anche per gli altri appezzamenti del progetto, ma bisogna capire se gli spostamenti sono “fattibili”, chi la “condurrebbe”, e se l’uso a Castel Campo (che è la tenuta con la maggiore superficie di cereali) è compatibile con quello negli altri appezzamenti. Mentre con la falciatrice si poteva aspettare di più per il raccolto, con la mietitrebbia la “finestra utile” è più stretta, perchè una eccessiva asciugatura del grano aumenterebbe le perdite connesse con l’utilizzo della macchina.

2.    Un agricoltore verifica la possibilità di utilizzare la mietitrebbia che usa per il mais, cambiando semplicemente la testata. Sono da verificare anche i costi.

3.    Verranno verificati la disponibilità e il costo di un terzista che potrebbe salire dalla Lombardia. Il problema non è tanto quello della dimensione degli appezzamenti, quanto quello della superficie complessiva, che non è molto elevata.

In Valsugana è stata acquistata una piccola mietitrebbia cinese da un contadino (Ruggero Tomaselli) che si è messo in contatto con Marino Gobber. Quando l’avrà montata si potrà andare a vederla. Potrebbe essere un modello interessante anche per la Val dei Laghi, anche se per ora non se ne ipotizza l’acquisto.

La Comunità di Valle ha presentato un progetto sul bando del Servizio Autonomie ed Enti Locali sul Fondo per lo Sviluppo Locale. Il bando riguarda il Paesaggio, ma il progetto sulla farina è stato inserito come strumento per il recupero di aree marginali e abbandonate. Nel progetto verrà inserita sia la mietitrebbia sia il mulino, che è l’altra questione delicata ancora aperta: andare in Alto Adige è costoso, ma al momento non sono ancora state trovate soluzioni valide in Trentino.

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